Il "comodo"...
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“Nonna, mi scappa la pipì” e lei: “Vai subito al comodo”. Il WC, quando ero piccolo, molti anziani lo chiamavano ancora così. Per secoli, dalle abitazioni cittadine, ogni tipo di scarto familiare, organico o non, veniva gettato dalle finestre, con più o meno attenzione, direttamente nelle strade. Poi, intorno al XVIII secolo, qualcuno pensò una piccola, intelligente e confortevole variante. Sulle facciate posizionate nelle strade meno frequentate cominciarono ad apparire delle specie di “sgabuzzini”, come illustrato nell'immagine, cioè piccole stanzette, dotate di finestrella, con all'interno una tavola di legno, poggiata su alcuni mattoni per favorire la seduta, con al centro un buco che si ripeteva uguale sul pavimento del piccolo locale. Rispetto al passato fu una soluzione estremamente “comoda” da cui non poteva che nascere l'appellativo di “comodo”. Prima della costruzione delle fognature, “emissioni” liquide o solide, traversando le due aperture, cascavano lungo la facciata fino a terra dove, sempre qualcuno, ebbe un colpo di genio. Nel posto esatto di “caduta” vennero costruiti dei veri e propri “raccoglitori” che, sempre qualcuno, provvedeva a svuotare regolarmente per poi rivendere il tesoretto come concime. In Italia, il wc a cassetta con il primo sifone, come usiamo oggi, divenne obbligatorio nelle case private solo dal 1950. Sembra incredibile, ma è così!