Due curiosità su San Martino
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Un paio di curiosità. Nel medioevo, ai tempi della via Francigena, la Cattedrale di San Martino era una sosta obbligata, quasi un imbuto di devozione, per i pellegrini diretti a Roma. Difficilmente si poteva o si voleva evitare una preghiera al cospetto del “Volto Santo” allora conosciuto e venerato in tutta Europa. La chiesa era quasi sempre aperta ma, nel caso fosse stata chiusa ed il viaggiatore non avesse avuto il tempo necessario ad attendere la sua riapertura, venne escogitata una soluzione originale ed intelligente. Se osservate la porta di accesso di sinistra noterete, su un rosone in legno, una piccola grata che nasconde una apertura circolare. Ebbene, guardando da quel foro, chiunque avrebbe potuto vedere, ben illuminato, il Crocefisso oggetto della sua venerazione anche se, oggi, la visione è resa impossibile da una controporta interna. Un'altra inconsueta particolarità del nostro Duomo si può notare sulla facciata e più precisamente sulla prima colonna in basso a destra. Nella parte inferiore di questa colonna è raffigurato un personaggio, Guidetto da Como costruttore dell'opera, con in mano una pergamena marmorea con sopra inciso: “MCCIIII condidit electi tam pulchras dextra Guidecti” cioè “1204 compi sì belle cose la mano del bravo Guidetto”.