Il fosso e la seta......
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L'antica ed enorme ricchezza di Lucca, tra l'altro, derivava dalla lavorazione e conseguente commercio della seta anche perché, la nostra città, fu la prima ad elaborare tecniche di lavorazione con l'impiego di energia idraulica, ottimizzando molte attività manifatturiere. Ecco perché il Pubblico condotto, o più semplicemente il “fosso”, può essere tranquillamente ritenuto come la madre dello sviluppo industriale cittadino. Dal medioevo e fino al XVII secolo, l'acqua corrente, oltre ai mulini, lanifici, concerie e tintorie, fu determinante per la lavorazione della seta lucchese: dal bozzolo il filo veniva ritorto, bollito, risciacquato, tinto, ordito e pronto per andare sul telaio. Molte di queste attività non potevano certo svolgersi lontano da una sicura disponibilità di acqua. Lungo la via del fosso, a distanza di secoli, possiamo ancora ammirare alcune particolari caratteristiche edilizie legate alla lavorazione della seta: le altane aperte che venivano utilizzate come stenditoi. Ne sono rimaste visibili almeno tre, una delle quali, quella illustrata nell'immagine, si trova nella zona adiacente la Madonna dello Stellario. Un'ultima curiosità: alla Corte dei mercanti spettava la verifica di tutti i marchi di fabbrica e la bollatura delle pezze di seta prodotte, prima della loro commercializzazione. Chi non avesse rispettato le regole sulla altissima qualità di produzione o avesse imbrogliato in qualche modo, sarebbe stato considerato come falsario pubblico e la merce “imperfetta” bruciata sulla Piazza di S. Michele.