Gli anelli della vita


Continuavo a non avere una lira in tasca ma dovevo entrare nelle “balere” perché dentro c’erano più ragazze di quante ne giravano per le strade. Non potevo pagare né l’ingresso né tanto meno la consumazione al bar ed allora usavo l’unica arma che mi permetteva di aprire le porte chiuse. Raccontavo barzellette, le raccontavo bene ed ero simpatico a tutti e a tutte (o quasi). Allo “Chalet dei tigli”, non quello a Viareggio ma quello sotto il “Torrion delle Fontane”, i buttafuori del tempo mi aspettavano in gloria per il pagamento del pedaggio, come dicevano loro. Erano sufficienti cinque minuti. Loro si pisciavano addosso dalle risate ed io entravo gratis. Dentro usavo la stessa moneta per bere. I barman erano diventati tutti amici miei e mi rifornivano di bicchieri pieni a metà di acqua. Da media distanza e senza odorarne né assaggiarne il contenuto chiunque avrebbe pensato che in mano avevo un bicchiere di gin che faceva chic e mi dava un certo contegno. La bevuta che, con le mie barzellette, avevo comunque in omaggio, la tenevo buona per un’altra cosa. L’altra tecnica che usavo, e cioè il furto con destrezza, era applicabile solo quando il locale era abbastanza affollato. Era sufficiente tener d’occhio un tavolo abbastanza appartato o comunque non troppo in mezzo agli altri. Appena quelli si alzavano per andare a ballare, passavo veloce e a volo radente ritornando al posto da dove ero partito con in mano un bel bicchiere di coca cola. Non mi hanno mai beccato ma, anche se fosse accaduto, ero d’accordo con il barman che avrebbe sostenuto che era tutto uno scherzo. A volte, ma era abbastanza difficile a meno di non volersi accontentare, “beccavo” qualcuna e allora giocavo la carta messa da parte al bar.
“Ti posso offrire qualcosa?” …rispondevano tutte di si.
La figura che facevo era molto d’effetto.
“Antonio, una coca cola alla mia amica e a me il solito” …ovviamente si trattava del solito mezzo bicchiere d’acqua che, all’occorrenza, diventava grappa, sambuca o qualsiasi altra cosa di colore biancastro che l’amico barman, strizzandomi un occhio, sosteneva essere. Sono stati anni bellissimi che, ripensandoci, sono riuscito a elevare a potenza.