Gli anelli della vita


L’esame di stato non fu assolutamente un problema e lo superai facilmente e senza affanni. Fino al termine degli anni ‘60 trovare lavoro non era un’impresa. Se avevi anche un diploma con ottimi voti potevi addirittura scegliere. Ricordo che alcune imprese erano perfino presenti all’esposizione dei risultati e, appena individuato l’elemento che poteva fare al caso loro, si avvicinavano e ti proponevano l’assunzione immediata. In quegli anni era un pensiero comune ritenere il posto fisso come il traguardo a cui tendere. A tal proposito ricordo le discussioni tra mio padre dipendente statale, e mia madre contabile in un’amministrazione privata che, perfettamente d’accordo, sostenevano la tesi secondo la quale sarebbe stato sempre meglio avere uno stipendio inferiore come statale rispetto ad uno migliore nel settore privato. Certamente mi influenzarono. Il bando di concorso richiedeva il diploma di geometra ed il posto fisso era disponibile all’Istituto Autonomo Case Popolari. Avevo già deciso che non sarei andato all’università anche perché volevo lavorare per guadagnare subito e senza perdere altro tempo. Non sapevo neanche cos’era l’IACP quando mi recai nella sede a fare la regolare domanda di partecipazione. Il concorso, aperto a tutti, fu espletato pochi mesi dopo che ero uscito da scuola. I partecipanti erano solo cinque. Il giorno prima dell’esame scritto sentii suonare il campanello della porta di casa. Salì un signore distinto, con occhiali scuri e modi di fare molto sbrigativi. Si accomodò in camera mia dove stavo studiando le leggi sulla casa e, consegnandomi una cartella chiusa, disse:
“Sono il ragionier Cherubini dell’IACP. Qua dentro ho messo il compito scritto che dovrà svolgere domani all’esame. Siccome so di sicuro che il testo è stato dato a tutti non mi sembrava giusto che non lo avesse solo lei. Buongiorno!” …e se ne andò.
All’esame, un attimo prima di iniziare, successe un casino perché venne fuori il fatto che tutti conoscevamo la prova e quindi, il Commissario decise che il testo sarebbe stato cambiato all’istante. Cosa che venne fatta con l’accordo di tutta la Commissione. Vinsi perché il cugino di mia madre era un Onorevole Socialista come Socialista era il Vice Presidente di allora. Il primo giorno di lavoro fu indimenticabile. Appena entrato mi fu detto di accomodarmi in attesa dell’arrivo dell’Ingegnere. In cinque minuti vidi il Cherubini che prese letteralmente a calci nel culo un altro impiegato. Una signora con camice nero e occhiali più spessi di un muro che uscì piangendo a dirotto da una stanza e una furibonda lite tra un signore che aveva la testa traballante e un altro, rosso di capelli, che urlava a squarciagola. Le prime parole che l’ingegner Giannini mi disse dopo pochi minuti furono:
“Con lei siamo in undici e oggi entra a far parte della nostra famiglia”.
…che bella famiglia! Era il quindici febbraio 1968. Dopo sei giorni, testa traballante si avvicinò alla mia scrivania, mi consegnò una busta e se ne andò. Sopra c’era scritto “Stipendio per ........ Enzo”. Sessanta quattro mila quattrocento lire! Ero eccitatissimo ma il colpo di grazia arrivò un attimo dopo quando colui che mi aveva consegnato tutto quel ben d’Iddio rientrò nella stanza dicendo:
“Sa, lei è entrato il quindici del mese e quindi abbiamo pagato metà stipendio”.
Cioè voleva dire che il mio stipendio era esattamente il doppio di quello che mi sembrava già assai! Durò un solo attimo e non se ne accorse nessuno, ma svenni dalla gioia.