Gli anelli della vita


Nel gruppetto di scatenati che tutti i giorni si trovava al baluardo “Mazzini” c’era una continua ricerca di giochi nuovi ed emozionanti. Un giorno Giulio arrivò con una vecchia bicicletta da donna prestatagli da chissà chi e la novità venne subito utilizzata. Nella cortina che fiancheggia l’orto botanico ci sono grossi alberi che dividono la strada dal bordo della scarpata la quale, a precipizio, termina in un piccolo fossato adiacente il vecchio muro di recinzione del giardino. Il giochetto consisteva in una gara ciclistica di slalom tra i primi dieci alberi. A turno si inforcava la bici, si aspettava il “via” pronunciato ad alta voce e, con il sottofondo della scansione dei secondi gridata in coro da tutti gli “spettatori”, iniziava la corsa a cronometro. Ricordo bene due momenti: la ruota davanti che slittò ed invece di girare verso destra proseguì diritta verso il baratro e tutte quelle facce, in cima alla scarpata, che mi guardavano preoccupati. Da sotto la bicicletta urlai solo che stavo bene e non mi ero fatto niente. La bicicletta, invece, si era fatta male. La ruota posteriore era tutta storta. I pochi soldi necessari alla riparazione furono trovati dalla mia mamma con movimenti che oggi verrebbero chiamati di “finanza creativa”. Mio padre non seppe mai niente ed io mi salvai da una sicura scarica di botte. Grazie mamma!