Gli anelli della vita

Gli anelli della vita sono la serie dei ricordi che ognuno di noi si è costruito e che, uno dopo l’altro, hanno contribuito a modificare un bambino in un giovane e a plasmare un giovane in un adulto. Proprio come un anello, un ricordo sembra chiuso su se stesso e, a differenza di una catena, non pare avere punti di contatto con il successivo. In realtà, ogni evento viene vissuto con l’esperienza dei precedenti e, di volta in volta, il nostro comportamento non può non prescindere dagli anelli preesistenti. Tenendo conto delle attuali aspettative di vita sembra assolutamente probabile dover passare un discreto periodo del nostro imminente futuro in una condizione che, se potrà essere riempita da una serie di ricordi, non potrà che essere migliore. Nella prospettiva assolutamente certa che, più passa il tempo, maggiore è la possibilità di dimenticare, ho creduto essere molto previdente mettere su carta i miei anelli più vecchi ed in particolare quelli per i quali non ho fatto niente per decidere di ricordare. Sono stati scolpiti nella mente di un bambino e di un ragazzo e, l’adulto che li riporta, ancora non conosce le profonde motivazioni per le quali fu decisa la loro indelebile catalogazione.

Flag Raccolta di ricordi
Brevi racconti prelevati dai ricordi dei miei primi 25 anni di vita così come raccolto in un piccolo libretto regalato alle mie figlie nel Natale del 2005 affinchè possano capire meglio il loro papà. Il libretto è stato prodotto in ben 5 copie ed è scaricabile in formato PDF dalla cartella "Prove di scrittura". La versione ufficiale, oltre a contenere qualche racconto in meno causa dimenticanza, non contiene le immagini relative all'argomento trattato perchè aggiunte solo in queste pagine. La loro presenza è segnalata dai tre puntini (...) che seguono il titolo.

Flag Amici, sogni e fantasie
Oltre alla famiglia, la formazione di un giovane dipende anche dalle sue amicizie ed io, fin da piccolo, ne avevo moltissime. Avere amici era l'unico strumento necessario per divertirci, per giocare, per fare esperienze e quindi assolutamente indispensabili per crescere. Tralasciando quelli che non hanno lasciato alcun segno, ce ne sono alcuni che ancora oggi ricordo con piacere...

Flag Giochi e passatempi
In casa stavo solo per mangiare, studiare (poco) e dormire. Il resto del tempo lo passavo in piazza, nelle strade e sulle mura a giocare con i miei amici. Sono convinto che giocare con gli altri sia una esperienza giovanile indispensabile. Si capisce cosa sia il rispetto, si affronta l'arroganza, si combatte contro la disonestà, si cerca sempre un compromesso, si confrontano idee diverse, si distinguono gli amici veri, si protegge il più debole e, infine, si comprende come sia importante parlare, discutere e trascorrere il proprio tempo con gli altri.

Flag "Amori" giovanili
C'è un periodo della vita in cui ci si accorge che esiste anche l'altra metà del cielo. Ovviamente si inizia sempre con rapporti platonici e poi, con il passare degli anni, la distanza tra i corpi si avvicina sempre più. Ripensandoci non è mai successo niente di particolarmente importante ma, nei momenti di frequentazione, ognuna di loro sembrava essere "la cosa più importante della mia vita". Queste infatuazioni, avvenute durante gli anni '60, duravano alcuni giorni, pochi mesi o, al massimo, un anno. Alcune ragazze però, le ricordo ancora nitidamente...

Flag ...e poi arrivò Caterina
Erano altri tempi. Tutti noi, nessuno escluso, non potevamo neanche immaginare una vita da single. Anche se era certamente molto più difficile di oggi, riuscivamo comunque a conoscere un sacco di ragazze. Forse qualcuna l'ho conosciuta troppo presto, forse non era ancora il tempo giusto, forse non le piacevo o forse non era la "mia". (Famiglia "Cosentino")

Dopo poco decisi di sposarmi e quindi gli anni seguenti non li posso certo considerare come un ricordo di gioventù. Per me, quel capitolo di vita così intenso ed importante, era finito per sempre. Negare l’evidenza sarebbe penoso e servirebbe solo a mentire a se stessi. Gli anelli seguenti non possono far parte di questo documento, non possono in alcun modo avere lo stesso peso e significato di quelli vissuti prima di diventare “grande”. Con questo non voglio dire che nella maturità non si siano verificate situazioni simpatiche, imbarazzanti, divertenti o comunque tali da essere ricordate. Tutt’altro. Quello che non mi ha mai convinto nel ritenere paragonabili questi due capitoli della vita risiede nel fatto che, qualunque cosa mi sia accaduta o mi accada in questi come nei prossimi anni, non la potrò certamente vivere con l’ingenuità, la curiosità, la leggerezza, l’incoscienza e la gioia di esistere del bambino che era in me. Fortunatamente quel bimbo non è morto, ha solo fatto posto a qualcosa di diverso, di più completo e, sotto certi punti di vista, molto più sconcertante e difficile da capire: l’uomo. Così come un uomo è sempre seguito dalla sua ombra, lo stesso uomo ha accanto a sé il bambino che è stato, e questo, volente o nolente, sarà per tutta la sua vita. Come può un corpo essere diversamente coraggioso, diversamente sicuro di sé, diversamente affidabile, diversamente onesto, diversamente capace o qualsiasi altra cosa diversa dalla sua ombra? Ma chi sono io se non la sintesi dei miei anelli, il riassunto del mio passato, la fusione delle mie esperienze. In poche parole non posso che essere l’estratto, a grandezza d’uomo, del bambino che ero. Solo guardando il nostro passato potremo conoscere noi stessi e sapere come affronteremo, nel presente, il nostro futuro. In questo modo avremo anche la risposta ai nostri molti perché. Niente di più e niente di meno.