Gli anelli della vita


Come tutti gli altri mi ritrovai in Piazza Santa Maria Bianca e come tutti gli altri indossavo un grembiulino nero con colletto bianchissimo. Sembravamo tanti pinguini in attesa. Non sono sicuro ma credo che fu mio nonno ad accompagnarmi. Suonò una campanella ed il branco s’infilò lentamente nell’imbuto che immetteva nel cortile interno. Ricordo bene una Signora bruttissima e dall’aspetto molto rigido che, in piedi su una sedia, iniziò a leggere un nome dopo l’altro. Ogni bambino chiamato, prima di muoversi, veniva amorevolmente salutato e baciato dal suo accompagnatore e si avviava in un angolo del cortile dove era atteso da un maestro. Quando il gruppetto raggiungeva una certa consistenza la Signora sulla sedia urlava il nome assegnato alla classe. “Prima E” fu la mia destinazione. Come pulcini che seguono la chioccia ci avviammo in ordine sparso dietro la nostra maestra che mi sembrò ancora più vecchia della mia nonna. Raggiungemmo la classe assegnata nell’angolo del cortile esattamente opposto all’ingresso e ci mettemmo seduti su banchi doppi, anche questi di colore nero. Di quel periodo ricordo benissimo l’infinita serie di barre, dritte o inclinate, quadratini e cerchietti che dovevamo scrivere seguendo il rigido metodo di insegnamento di allora. A scuola ho pianto due volte. La prima quando fummo obbligati a passare dal lapis alla penna (pennino e bacinella d’inchiostro) e la seconda quando fu richiesto il passaggio dal quaderno a quadretti a quello a righe. Queste ed altre “cose brutte” non erano poi così terribili come la nostra età le viveva mentre, al contrario, tutti o quasi tutti noi vivemmo una situazione che subivamo senza rendercene minimamente conto e che, molti anni dopo, è venuta fuori in tutta la sua gravità. La bidella era bassa e brutta, portava occhiali piccoli e spessi ed anche lei vestiva un orrendo grembiule nero. Stazionava spesso nei pressi dei bagni e quando qualcuno di noi doveva fare la pipì si prodigava per “aiutarci”. Capito cosa faceva? Per anni nessuno ha raccontato questo particolare, per noi di allora assolutamente insignificante, ma quando qualcuno ha deciso di raccontarlo, tutti abbiamo ricordato e rivissuto la stessa esperienza. C’è stato un periodo in città che tutti sapevano ma credo che nessuno fece niente e qualche anno dopo la bidella “altruista” andò in pensione. Fui contento nel pensare che da quel giorno tutti gli alunni della scuola elementare “G. Pascoli” avrebbero potuto pisciare da soli.

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1° elementare - anno 1952 (da sx a dx e dall'alto in basso)
Torsolini, Taddeucci, ENZO, Masi, Salemi, Marcucci, Serio, Rohl, Ungaretti, Masini
Albertino, Soraggi, Svenjak, Simonetti, Menni, Nucci, Zumbo, Pardelli, Nottoli, Martinelli
Marcinò, Massagli, Michelucci, Marchetti, Sorbi, Romani, Paoli

... e le immagini della 2°, della 3°, della 4° e della 5°

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