Gli anelli della vita


Fino ad una certa età, come tutti gli altri, ho corso tanto. Dietro un pallone o dietro alle ragazzine, per andare a giocare sulle Mura o per andare al Luna Park non faceva differenza. Correre era la cosa più normale del mondo in quanto era l'unico modo per spostarsi velocemente. Oltre all'obbligatorio gioco del calcio (mezz'ala destra nella squadra della Vigor) che ho comunque praticato molto poco, in tempi diversi mi sono dedicato anche ad altre attività. A parte qualche medaglia vinta ai campionati Regionali scolastici di salto in alto dove, con il metodo dello scavalcamento superai uno e ottanta, cioè la mia altezza, non ho mai ottenuto grandi risultati (Dick Fosbury non aveva ancora inventato il suo modo di superare l'asticella). Una volta, verso i quindici anni, a scuola conobbi un ragazzo che tirava di scherma. Avendo negli occhi i film di Zorro e con l'aiuto del Principale di mia madre che mi procurò gratuitamente tutto l'occorrente, ho frequentato per almeno un anno l'unica scuola della mia città. Ho studiato sia fioretto che spada e sciabola. Posso solo dire che se non avessi avuto il "corpetto", dopo pochi mesi avrei avuto un busto devastato da tanti piccoli buchi. Il vero amore è però stato il basket. Purtroppo ero troppo basso ma, nella mia piccolezza, sono arrivato anche a giocare (sempre in panchina) nella squadra degli "Universitari" che militava in un non precisato campionato Regionale. Insieme al mio "povero" uno e ottanta, in campo c'erano, ad esempio, i fratelli Orzali (più di 2 metri l'uno), oppure il Granucci (un paio di metri che poi ha giocato per anni in serie A).

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