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Fiat 125 Special

Nel 1968, appena trovato lavoro, pensai subito quale macchina comprarmi. Le automobili più in voga, per i giovani che se le potevano permettere, erano quelle sportive. La Lancia Fulvia coupè e l'Alfa Romeo GT 1300 Junior erano le preferite. Stavo appunto valutando l'acquisto di una di queste quando un commerciante di quadri che aveva il negozio in Via San Giorgio, proprio sotto la casa della mia ragazza, parcheggiò davanti a me la sua "seminuova" Fiat 125 Special di colore giallo chiaro. Vedendo che aveva un un piccolo danno in corrispondenza del fanale anteriore destro e sapendo come lui teneva morbosamente alla sua nuova auto, chiesi cosa fosse successo. In sintesi mi disse che, non sopportando di averla danneggiata, stava per andare a sostituirla con una esattamente uguale! Mi ci misi a sedere, mi guardai intorno e in un secondo chiesi: "Quanto vuole di questa?". Ripararla fu semplice e poco costoso e così, con una spesa paragonabile all'acquisto di una media utilitaria mi ritrovai a girare per la città con una macchina "enorme" la cui silenziosità e comodità erano un sogno per quelle cosidette sportive. Con un motore 1600cc disponeva di 100CV che, per l'epoca, erano veramente tanti. La "intopai" un po', radio stereo con antenna elettrica, ruote in lega a forma di stella a cinque punte, cinture di sicurezza "Bang" (le usavo già) e qualche decalcomania giusta qua e là. Era bellissima e perfetta al punto da non ricordare di aver avuto un solo problema meccanico nei cinque anni di possesso.

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Molti sono i ricordi legati a questa macchina ma i più indimenticabili sono due:

#1
Nel gennaio del 1969, mentre con Marco tornavamo dalla settimana bianca sulle dolomiti, percorrevamo la statale che da Trento va verso Verona. A quel tempo l'autostrada del Brennero non era stata ancora completata ma, causa il traffico scarso, la velocità di percorrenza era comunque abbastanza elevata. Mi stavo avvicinando a circa 100Km/h ad un camion con rimorchio e quindi, prima di arrivargli sotto, mi sono spostato sulla sinistra per vedere se ci fosse stata strada libera. Ho visto chiaramente un lungo rettilineo, con tutti gli alberi a fianco strada, completamente sgombro. Ho quindi iniziato il facile sorpasso senza però rendermi conto che la strada principale, duecento metri dopo il camion, indipendentemente dal falso segnale degli alberi che proseguivano diritto, voltava sulla destra. Probabilmente, ripensandoci, non abbiamo visto il cartello indicatore perchè coperto dal camion che stavamo superando. Improvvisamente, quando il muso della 125 era all'altezza del rimorchio e cioè in una posizione di sorpasso irreversibile, è sbucata dalla curva nascosta una macchina a cento metri davanti a noi che, poveretta, non faceva altro che la sua strada. Ha accesso più volte gli abbaglianti e, visto che io non accennavo alcuna frenata (sarebbe stato troppo pericoloso causa il fondo viscido), ha dovuto inchiodare lei. Il guaio è che, proprio a causa dell'asfalto scivoloso, si è andata ad infilare tra due alberi strusciando nel primo e battendo (piano piano, per fortuna) nel secondo. Siamo passati nello spazio disponibile tra il camion e quella macchina ormai ferma e, vista solo allora la curva, siamo riusciti, non so come, a passare indenni anche quella. Il fatto di non essermi fermato mi da fastidio ancora adesso.

#2
Nel primo pomeriggio di un giorno feriale della primavera del 1971 stavo andando in Piazza del Giglio al ritrovo per il caffè con gli amici e, mentre transitavo in Via Santa Croce vedo, sbucata davanti a me da una viuzza laterale, una Mini Cooper che andava come un razzo (si fa per dire, però andava...). Ovviamente mi metto all'inseguimento. Con sdridio di gomme giriamo in Piazza Bernardini, infiliamo Via del Battistero e sbuchiamo, a cinquanta metri di distanza uno dall'altro, in Piazza del Duomo. Mentre la Mini imbocca rapidamente la curva a destra al termine del muro di cinta di Palazzo Micheletti per andare verso Piazza del Giglio, dal parcheggio che si trova alla mia sinistra vedo uscire, a venti metri da me, una cinquecento blu che viene, come se nulla fosse, nella direzione opposta alla mia. Non c'era posto per passare in due. Ho fatto l'unica cosa da fare: mi sono attaccato ai freni ed ho chiuso gli occhi. Un colpo terrificante. I Ray Ban che portavo sugli occhi sono schizzati sul vetro e la cintura ha fatto il suo dovere non facendomi sbattere da nessuna parte. Quando ho aperto gli occhi ho visto, a una decina di metri davanti, una cinquecento blu completamente sfatta e il suo guidatore, dopo aver sfondato il parabrezza, era in parte riverso su quanto restava del cofano anteriore. Mentre stava cercando di uscire con le proprie forze, i miei occhi sono andati a posarsi sul cofano della 125 per controllare il danno subito. Era tutto perfettamente in regola! Non vedevo alcun danno al punto che, solo per un attimo, mi sono chiesto con chi avesse battuto quella cinquecento! Quando sono sceso ho visto. Era una bella botta ma la parte meccanica non era stata toccata e quindi, funzionava tutto. Fortunatamente nessuno si fece male.

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