Ai confini della realtà

Quando penso a certe cose, la mia mente vacilla e mi viene la pelle d’oca.

Ragionando sulla composizione dell’atomo ci rendiamo conto che è praticamente solo un piccolo grande “vuoto”. Già all’inizio del XX secolo era stato calcolato in maniera esatta che la cosiddetta materia è composta al 99,9999999% di spazio “vuoto”. Un atomo, indipendentemente dalle successive scomposizioni in particelle ancora più piccole, non è composto da niente di fisico. Addirittura è ormai accertato anche il fatto che l’elettrone (cioè quel piccolo pianeta che gira intorno al nucleo centrale) è un qualcosa di fisico che, a volte, appare solo come un’onda di energia, una nuvoletta, quasi decidesse lui stesso cosa essere! Proviamo a ragionare, nel modo più semplice possibile, su cosa c’è realmente “là fuori”, ovvero tutto quanto assorbito dai nostri sensi i quali sono indubbiamente molto, molto personalizzati.

Prendiamo ad esempio un fiore: la rosa. Nessuno mette in discussione il fatto che sia rossa ma questa affermazione è falsa, è solo una convenzione immaginaria. Quell’oggetto che chiamiamo “rosa”, come qualsiasi altra cosa nell’Universo, è un agglomerato di atomi che emettono onde di energia che colpiscono la nostra retina la quale, a sua volta, attraverso il nervo ottico, invia al cervello una serie di segnali chimici ed elettrici che vengono decodificati facendoci immaginare un colore che, nella realtà, non esiste. Nessun atomo, nessuna particella né molecola che dir si voglia possiede la caratteristica fisica che noi chiamiamo colore. La nostra coscienza, in questo modo, fa “esperienza” del colore. Lo stesso ragionamento può essere fatto per il suo profumo. Frequenze, onde, vibrazioni di energia che entrano nel nostro naso, vengono convertiti in segnali elettrici che la mente ci rappresenta con quel qualcosa che noi chiamiamo odore. Anche l’udito, il sapore, e il tatto sono solo informazioni elettriche provenienti da onde e vibrazioni di energia che la mente elabora e ci rappresenta poi come esperienze coscienti che, più in generale, definiamo con la parola “sensazioni”. Nella realtà, cioè “là fuori”, esistono solo onde, differenti vibrazioni di energia senza alcun colore, rumore, odore o caratteristica fisica. Ma allora, se tutto è vuoto e niente di quello che i nostri sensi ci trasmettono può essere considerato realtà fisica, significa che la materia deriva dalla nostra mente. Tutte le nostre sensazioni sono quindi esperienze immaginarie del cervello, onde, frequenze e vibrazioni, niente altro.

Anche se non ha nessuna attinenza con l’argomento trattato, desidero illustrare brevemente il funzionamento dell’udito: se vicino a noi qualcuno batte la propria mano su un muro sentiamo chiaramente il rumore e siamo in grado di localizzare, anche ad occhi chiusi, la distanza approssimativa dell’evento e la direzione dalla quale proviene. Cosa succede nella realtà? Due strutture o campi di energia, la mano ed il muro, sono entrati in collisione provocando una interferenza che produce onde di energia in vibrazione. Queste onde si sono diffuse ad oltre 900 Km/h in tutte le direzioni possibili. Una piccola parte colpisce il nostro corpo e l’orecchio sa cosa deve fare. Con segnali elettrici comunica al cervello la tipologia di onde in arrivo e la nostra mente, immediatamente, crea ed invia una serie di onde virtuali che siano in “coniugato di fase” con quanto in arrivo. Immaginiamole come due onde marine di forza e dimensione uguali ma che viaggiano in direzioni opposte. Quando si incontreranno si annulleranno a vicenda. Questo “annullamento” genera risonanza, cioè il principio sul quale si basa il radar. La mente sarà quindi in grado di indicarci sia la direzione dalla quale proviene l’evento che farci immaginare, in quel punto e con una sensazione specifica, il “rumore” provocato. Semplicemente magnifico!

Sappiamo con certezza che qualsiasi tipo di movimento, sia esso corpuscolare o di una qualsiasi forma di energia, può avvenire solo in presenza di qualcosa in grado di “veicolare” questo spostamento. Il cosiddetto “vuoto assoluto” non può esistere proprio perché, ad esempio, tutti possono constatare che la luce del Sole (movimento di fotoni) arriva tranquillamente fino a noi ed oltre. Per questo motivo, qualche anno dopo la teoria della relatività, i fisici partorirono la teoria del “vuoto quantico”. Un quasi vuoto. Ma questo non era sufficiente a dare, tra l’altro, una risposta logica ad una domanda altrettanto logica. In parole povere: sappiamo che la Terra ruota intorno al Sole ad una velocità che è esattamente quella necessaria a mantenere immutata la distanza tra i due corpi. Allo stesso tempo sappiamo anche che qualsiasi cosa in movimento consuma energia e quindi la domanda che sorge spontanea è: come mai la Terra, perdendo costantemente energia, non diminuisce la sua velocità ma la mantiene costante da miliardi di anni? Lo stesso ragionamento, con la stessa domanda finale, può essere fatto anche per un qualsiasi elettrone di un qualsiasi atomo. Più avanti, senza necessità di ulteriori spiegazioni, diventerà chiaro dove, sia nel macro che nel microcosmo, viene trovata l’energia sufficiente a compiere certi movimenti.

Anche il “vuoto quantico” è tutt’altro che quasi vuoto, anzi è ormai opinione generalizzata che sia come un liquido invisibile, superdenso che si trova ovunque e contiene tutto. Qualsiasi cosa nell’Universo, qualsiasi atomo di qualsiasi struttura è immerso in questo “vuoto” il quale sembra avere proprietà finora inimmaginabili che sono però l’unica possibile spiegazione per fornire risposte accettabili a molte domande fino ad ora senza risposta. Questo vuoto che rappresenta più del 99,99% dell’Universo e di qualsiasi cosa in esso contenuta, non ha ancora un nome ufficiale anzi ha nomi diversi attribuiti da scienziati e ricercatori diversi. E' difficile dare un nome univoco a qualcosa che sicuramente deve esistere ma della quale non sappiamo praticamente niente. Ultimamente viene chiamato il "lato oscuro dell'universo", però, personalmente mi piace la definizione “campo del punto zero”. Sembra proprio il collante di tutto, un po’ come l’acqua per i pesci e dove i pesci nascono, vivono e muoiono. Così come quando un oggetto, muovendosi nell’acqua genera onde che vanno in ogni direzione “descrivendo” l’evento dal quale sono state generate, il “campo del punto zero” è anche un eterno ed inimmaginabile contenitore olografico di onde di energia provocate da qualsiasi evento e interferenza avvenga, o sia avvenuta, al suo interno. Esattamente come un registratore, cattura e mantiene qualsiasi “informazione” abbia generato onde e frequenze che gli scienziati definiscono come “esperienze” della coscienza.

Un gruppo di ricercatori, intorno al 1960, ha dimostrato che un cervello umano, per memorizzare tutte le esperienze di una vita media, dovrebbe avere un volume assolutamente non paragonabile a quello che in realtà è. Allora come fa il cervello a fare quello che fa, cioè come funziona la memoria, specialmente quella a lungo termine? La spiegazione è nel “campo del punto zero” . Ogni nostra esperienza genera frequenze e onde che trovano la loro eterna collocazione olografica in questo “tutto” dove possono essere recuperate solo dal “cervello proprietario” in quanto l’unico in grado di replicare, per l'accesso, le frequenze di invio. Un pò come la logica dei supporti di memorizzazione esterna nell’informatica.

Ricordo chiaramente molti avvenimenti assolutamente personali che mi lasciarono senza parole, assolutamente sconcertato, ma che oggi, alla luce di queste teorie, hanno finalmente una loro spiegazione logica. Ne riporto uno. Nel settembre del 1969 andai con un amico a Monza a vedere la 1000 chilometri. Al termine della gara avremmo dovuto dormire nella nostra tenda in un campeggio all’interno del circuito ma, causa un tempo infame decidemmo di anticipare il viaggio di ritorno a bordo di una piccola 500 familiare. Fu un incubo anche a causa della stanchezza che colpì entrambi. Rischiammo molto. Uscimmo dal casello Lucca quando mancavano cinque minuti alle due di notte. Dopo venti minuti dormivo tranquillo nella mia cameretta. La mattina seguente mio padre mi raccontò che quella sera mamma era stata molto agitata e preoccupata, ma esattamente a cinque minuti alle due, lo aveva svegliato per comunicargli che “sapeva” che ero arrivato al casello di Lucca e che adesso era più tranquilla e avrebbe potuto finalmente dormire. Anche se feci pianissimo lui mi sentì entrare in casa e dopo questo fatto non gli fu facile riprendere il sonno. Cosa era realmente avvenuto? Mamma, in questo come in altri migliaia di casi documentati di persone coinvolte da fortissimi legami affettivi, era riuscita ad entrare nel "campo del punto zero" e aveva “letto” le “mie” informazioni. Niente altro.

Nelle esperienze di pre-morte, tutti quelli che “tornano” indietro affermano di aver rivisto, come in un film, la propria vita scorrere davanti a loro. Cosa realmente avviene? Entrano nel "campo del punto zero" e rileggono, olograficamente, tutte le informazioni sequenziali relative alla propria esistenza. La morte fisica non può annullare le nostre "esperienze", muore l'hardware ma il nostro software è immortale. Il "campo del punto zero" è la nostra vera casa. Lì siamo nati e lì torneremo. Niente altro.

La reincarnazione non è accettata solamente dalla religione cristiana (condannata nel Concilio di Costantinopoli nel 553) mentre è accreditata da tutte le altre religioni comprese quelle precolombiane, celtiche ed anche greco-romane. Cosa realmente avviene? Tutte le esperienze di una vita passata, olograficamente contenute nel “campo del punto zero”, vengono travasate o scambiate per proprie da una coscienza che accede a registrazioni non sue. Considerato che tutta la nostra vita è una serie di “esperienze” mentali, non c’è alcuna differenza sostanziale tra credere (immaginarsi) di essere stato un altro o esserlo. Niente altro.

Migliaia e migliaia di casi documentati di ipnosi hanno dimostrato come, in particolari stati di alterazione profonda della coscienza, sia possibile far regredire la memoria di una persona fino al momento della nascita ed anche oltre. In una altissima percentuale di questi eventi, la persona sottoposta a regressione ha rivissuto momenti della propria esistenza che non avrebbe mai potuto ricordare. Una infinità di persone sottoposte a tecniche di regressione ipnotica ha descritto particolari reali, relativi alla loro nascita, che erano stati dimenticati dai presenti oppure sono stati appurati come esatti solo dopo una serie di indagini. Cosa realmente è avvenuto? Hanno solo riletto le proprie “esperienze”. Niente altro.

Concludo questi pochissimi esempi con un’altro caso personale. Intorno al 1980 mi fecero conoscere un medium che si chiamava Spartaco. Dopo avermi guardato con attenzione volle parlare con me, da soli. Seduti ad un vecchio tavolo in un angolo di questa cascina sperduta sulle montagne Toscane vicino a Prato, mi chiese, sia come stavo, che se mi fosse mai capitato qualche incidente. La mia risposta fu negativa ma lui, dopo aver chiuso gli occhi per qualche secondo, mi indicò il ginocchio sinistro chiedendomi cosa mi ero fatto lì. Incredulo, dovetti tirare su il pantalone per vedere una vecchissima cicatrice causata da una rovinosa caduta in bicicletta quando avrò avuto si è no sei anni e che avevo completamente dimenticato! Ma questo è niente in confronto a quanto raccontò su di me senza sbagliare neanche una virgola. Cose che so io e basta! O meglio io ed il "campo del punto zero". Anche se lo ho capito dopo molti anni, qualcuno, quel giorno, mi ha dimostrato di poterlo “leggere”. Niente altro.

Come già Eistein aveva affermato, lo spazio è "la cosa" principale mentre la materia è del tutto secondaria. Oggi si è arrivati alla convinzione che la realtà fondamentale non è la materia che si muove in uno spazio inerte, ma lo spazio stesso come "campo di tutti i campi". La materia non è altro che "quanti" (pacchetti) di energia prodotti dallo spazio stesso. E lo spazio produce non solo materia-energia, ma soprattutto produce informazione, che è ancora più importante dell’energia. Non è materia e spirito, l’Universo è tutti e due gli aspetti, l’Universo è un elemento della coscienza. Gruppi di scienziati, di fisici, di biologi, di filosofi, di psicologi e psichiatri distribuiti in tutto il mondo stanno attivamente lavorando per arrivare, se mai ne saranno capaci, a dimostrare queste affermazioni nelle quali credono ciecamente.

È il "campo del punto zero", chiamato anche "campo akashico", da cui derivano l’universo e il nostro mondo. Se si prendessero i più antichi testi indù e si sostituisse il loro termine "akasha" con "campo", i Veda diventerebbero un trattato di fisica contemporanea. Anche se sembriamo essere "ai confini della realtà", credo e spero che l'affannosa ricerca di una "teoria del tutto" sia prossima alla conclusione. Personalmente, in questa coerenza, vedo una "semplice", grande e magnifica perfezione.