I miei "perchè"

Perchè molte famiglie non reggono il passare del tempo

“Ricordati, a casa prima delle 11”. Questa frase è uscita dalla bocca di mio papà tutte le sere d'estate che, per un motivo o per un altro, chiedevo di uscire di casa. Dopo i sedici anni e fino al giorno del matrimonio, noi giovani abbiamo avuto a che fare con un sistema di controlli e di regole ben precise e con obblighi, al femminile, molto più restrittivi. Dopo anni di vita dove predominava una organizzazione ed una obbedienza quasi militare, abbiamo visto nel matrimonio l'unica possibilità di accedere a quella libertà che ci era stata “culturalmente” negata. Con la nostra ragazza saremmo potuti andare dovunque e senza orari, avremmo potuto fare quello che ci piaceva senza sotterfugi e avremmo frequentato nuovi amici senza dare giustificazioni: una pacchia!

Oltre ai vantaggi che sarebbero arrivati, sapevamo anche cosa avrebbe significato sposarsi e costituire una nuova famiglia perchè avevamo sempre sotto gli occhi la quotidianetà della nostra e di quelle più vicine ed intorno a noi. Apparivano tutti nuclei forti ed inseparabili e comunque non sembrava esserci alcuna alternativa possibile, quindi: prendere o lasciare. Il futuro concetto di “single” veniva espresso con due termini diversi: zittella e zittello e non erano certamente intesi come complimenti ma come uno sfortunato destino, quasi a dire “poverini”. In tutta la mia gioventù non ricordo una sola coppia sposata che si sia separata. Certo non potevano essere tutte “rose e fiori” ma l'imperativo era assoluto: la famiglia deve restare unita! Stare con una persona “per tutta la vita”, per noi significava “per tutta la vita”, nel bene e nel male e quindi eravamo consapevoli che avremmo dovuto trovare dentro di noi quella pazienza, quella comprensione ed anche quella sopportazione necessarie ad accettare qualche "privazione" e a non rinnegare una promessa.

Noi, come tutti i genitori, abbiamo cercato di rendere meno restrittiva la vita dei nostri figli permettendo quei comportamenti che ci erano stati vietati, nella speranza di renderli più liberi. Fin da giovanissimi, i nostri figli, hanno avuto una libertà incredibile e questo fatto, invece di recare vantaggi, nel tempo si è dimostrato un feroce boomerang. Appena terminata la tanto agognata passione d'amore, le cose cambiano: le bollette da pagare, la casa da mantenere, i figli da crescere, le privazioni da sopportare sono tutti prezzi troppo alti per una mente che ha conosciuto e preteso solo diritti! Dopo anni di assoluta ed esaltante libertà di fare quello che piace, le problematiche legate al matrimonio non possono che apparire come una punizione, una terribile prigione, un dovere insopportabile. Ecco allora che la separazione appare la via migliore per ricominciare un nuovo ciclo, ricercare una nuova passione sostenendo che: “...purtroppo l'amore tra noi era finito...”, confondendo quindi l'amore con il sesso. Fino a quando il matrimonio sarà basato solo sull'attrazione fisica, avrà il destino del sole: nasce all'alba e tramonta la sera.

Certo la vita da "cicala" è molto più facile ed appagante della quotidianetà di una "formica", ma si deve avere la fortuna di lasciare questo mondo prima dell'autunno perchè l'inverno dell'essere umano, cioè la vecchiaia, non deve essere un periodo gradevole se trascorso da soli.