Gli anelli della vita


Ho ancora negli occhi la foto scattata da mio papà, sotto l'albero di Natale, con nelle mani l'automobilina dei miei sogni. L'ho cercata a lungo ma quell'immagine su carta non sono più riuscito a trovarla. Avevo quasi sette anni quando mi fu regalato quel giocattolo così altamente "tecnologico". Anche se sarà stata lunga una ventina di centimetri io la ricordo enorme. La plastica non c'era ancora e quindi era costruita in metallo (latta o lamierino), rappresentava una specie di macchina americana, totalmente nera e da sotto il bagagliaio usciva quello che già allora poteva essere identificato come un controllo a distanza. Era un cavetto metallico composto da piccoli cerchietti concentrici che si sviluppava per una lunghezza più che sufficiente affinchè un bambino in piedi, con quell'aggeggio in mano, potesse essere in grado di provare le esperienze di guida di quel bolide scuro. Nella mia mano tenevo saldamente la "centralina" di comando che era così strutturata. Immaginate un pacchetto di sigarette. Dal basso usciva il cavo contenente la trasmissione dei "comandi". Su un fianco una piccola manovella con la quale, girandola più o meno velocemente, si determinava la velocità di spostamento del mezzo. Il massimo però era contenuto nel pulsante in alto. Aveva una corsa abbastanza lunga, ci tenevo sopra il pollice e, se lo premevo circa a metà della sua corsa le ruote stavano diritte. Premendo maggiormente o in maniera più delicata, le ruote sterzavano da una parte o dall'altra! Semplicemente eccezionale. Sono anni che nelle frequenti visite ai mercatini dell'antiquariato cerco qualcosa di simile a quel gioiello... niente da fare.