Sulla destra del piazzale, guardando il caffé delle Mura, c’era una vecchia panchina in ferro. Un giorno, mi misi a chiacchierare con una ragazzina magrina, moretta con i capelli corti a caschetto. Simpatica ma niente di eccezionale. Ricordo bene che, in una delle primissime domande le chiesi se suo padre la mandava alle festine e lei, prontamente, mi rispose in modo affermativo. Fu così che, tutte innocenti e senza cattiveria, beccai la prima di una lunga serie di “bufale”. Con il passare del tempo mi accorsi che ci stavo proprio bene insieme, che non ragionava male… e mi piaceva anche un po’. Il primo bacio avvenne mentre la riaccompagnavo a casa in una stradina nei pressi di via San Giorgio. Aveva due soli difetti: non era molto espansiva e, cosa che mi faceva incazzare moltissimo, una assoluta mancanza di puntualità. Con certezza ricordo bene il giorno che, al contrario di tutti gli altri, fu estremamente puntuale: ci eravamo dati l’appuntamento alle tre al solito posto, l’angolo tra via Fillungo e via San Giorgio, perché avrebbe dovuto accompagnarmi a casa dei suoi per il fidanzamento ufficiale, usava così. Se potessi aggiungere alla mia vita tutto il tempo che ho trascorso aspettandola, sono certo che avrei molte possibilità di diventare ultra centenario! Nei sette anni trascorsi prima di sposarci ci siamo lasciati (quasi sempre per colpa mia) e ripresi molte volte. L’ultima riappacificazione avvenne una domenica al Luna Park seduti nella “ruota”. Indossava un vestitino tutto bianco, poco morbido e tendente al rigido. Quando mi accorsi che era la donna che sarebbe potuta diventare la mamma delle mie figlie, improvvisamente feci la proposta. In inverno usavamo passare qualche ora seduti davanti a due caffè, serviti da Nello, dentro il bar “Di Simo”. Più o meno queste furono le frasi usate:
“Senti, vorrei sposarti però devono accadere due cose”
“……”
“Devi trovare lavoro e bisogna comprare una casa”
Non fu proprio romantico e appassionato, ma la logica e la razionalità non sono mai riuscito a togliermele di dosso. Forse ho anche più difetti di lei.
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