Gli anelli della vita


Per noi era diverso. Il 25 dicembre, in pratica, era la vigilia della Befana nel senso che a Natale non succedeva niente di importante per un bambino. Sotto l’albero si trovavano solo “chicci”. Era la vecchia signora sulla scopa che portava i veri regali!. Il primo Natale che è rimasto nella mia memoria è comunque indimenticabile! Mamma mi svegliò presto. Ricordo che la sua immagine la vedevo attraverso le sbarre di legno del mio lettino e quindi dovevo essere proprio piccolo. Improvvisamente, insieme a rumori di sedie che cadevano e urti di vario tipo provenienti dalla stanza accanto sentii chiaramente la voce di nonno Giovanni che diceva:
“Mamma mia che nebbia….”
“……”
“… non si vede niente….”
Nonno Giovanni entrò nella camera confermandomi che “dilà” c’era una nebbia fittissima e quindi questo, certamente, significava che durante la notte Babbo Natale aveva fatto l’albero. L’unica persona al mondo in grado di far sparire quella nebbia era il bambino destinatario dei dolcetti. Venni vestito e, con fare trepidante, seguito in rigorosa fila indiana dalla mamma e dal nonno, aprii la porta. Si vedeva perfettamente tutto, segno evidente che la nebbia se ne era andata e, in quel preciso istante, cominciava la “festa” di Natale. Vedo ancora bene Papà e nonna Gina a fianco dell’albero. In quei giorni sulla tavola non c’erano i soliti cibi ma tante cosette buone e diverse compresa la carne! Da quel momento, a parte il fatto di poter mangiare cose dolciastre, gelatinose e molto colorate, iniziava l’attesa della notte del 6 gennaio e di quello che avrei ottenuto in dono.

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