Gli anelli della vita


Uscivamo spesso o meglio, mi sembra di ricordare che mi portassero fuori abbastanza frequentemente. Sicuramente ricordo come si passavano molte sere d’estate quando, nelle case di città, il caldo diventava pesante e l’aria condizionata non era stata ancora inventata. Oddio, anche se lo fosse stata, non avremmo certo avuto i soldi per comperarla. Si partiva da casa tutti e quattro, mio padre, mia madre, io ed una grande coperta di lana. Si imbucava via del Fosso e, sempre diritto, si arrivava al baluardo chiamato Mazzini. Nel buio assoluto traversavamo quella che a me sembrava un fitta boscaglia e, arrivati sul “poggio” più esterno, ci stendevamo tutti e tre sopra il plaid. Avevamo la nostra posizione fissa: nel centro ci stavo io, a destra mia madre, a sinistra mio padre e sopra di noi il cielo stellato. Era sempre uno spettacolo eccitante constatare come, quello che agli occhi di molti appariva come un qualcosa di statico ed immutabile, fosse in realtà una rappresentazione che aveva, nel movimento, la sua arma segreta e vincente. Nelle due ore che stavamo con gli occhi fissi al cielo vedevamo cadere una quantità enorme di stelle, brevi o lunghe, bianche o colorate. Negli intervalli non potevo non essere attirato dal continuo lampeggio delle stelle più brillanti o dalla presenza di corpi luminosi che qualche giorno prima erano posizionati diversamente rispetto a come si presentavano in quel momento. Sono dovuti passare parecchi anni perché fossero esaudite le innumerevoli domande che facevo continuamente e che, logicamente, non ottenevano soddisfazione.
“Perché le stelle lampeggiano?”
“Perché quella stella l’altra settimana era più in là?”
“Perché le stelle sorgono sempre dal solito posto?”
“Perché ci sono le stelle cadenti?”
“Perché le stelle d’estate sono diverse da quelle d’inverno?”
“Perché le stelle sono tutte bianche?”
“Perché la luna si sposta sempre da est a ovest?”
“Perché quella stella lì ieri brillava molto di più?”
Non vorrei che siano state le troppe domande di un bambino troppo curioso, la causa principale dell’interruzione improvvisa dei trasferimenti serali dedicati “… a guardare il cielo”. La curiosità non deve mai essere troppa!