Gli anelli della vita


Con il tacito accordo di mio padre, insieme a Francesco riuscimmo a portare a casa mia due ragazze. Un’occasione magnifica per stare soli senza possibilità di essere visti. Accesi il registratore “Geloso” sul quale erano presenti le canzoni più intriganti di allora che, immediatamente, si diffusero in tutta la casa. La prima era “Stand by me” cantata da Celentano. Ci dividemmo le stanze. Io andai in camera mia e Francesco si accomodò sul divano di sala. Quando le ragazze se ne andarono via alla chetichella così come erano arrivate, tornai subito in camera per cercare di togliere il disordine prima dell’arrivo di mia madre che, ovviamente, non sapeva né doveva sapere niente. Dalla sala sentivo arrivare la voce di Francesco che borbottava sempre la solita frase:
“Ma dove sono andati a finire, dove li ho buttati?”.
Andai a vedere e lo trovai quasi sdraiato in terra che cercava qualcosa nei pressi del divano. Per la prima volta aveva toccato “lì” una ragazza e, per poter poi dimostrare agli amici che anche lui conosceva quella “zona” proibita, era riuscito anche a strappare un ciuffettino di peli che aveva poi messo da parte gettandoli in terra. Quando li trovò, me li fece vedere per dimostrarmi che diceva la verità, li incartò con cura, se li mise in tasca e se ne andò con il sorriso di colui che, da adesso, si sentiva finalmente uguale agli altri.