La "mia" Elena


Era l'ultimo giorno utile e poi dovevamo obbligatoriamente lasciare l'ormeggio. Si partì al tramonto da Porto Azzurro con destinazione Solenzara in Corsica. Per tutta la notte la barca venne sballottata da un bel mare che, ovviamente, fu sempre dritto di prua. Questo ci costrinse a fare quasi tutta la traversata a motore fino a quando, verso l'alba, in vista della costa della Corsica, modificammo la rotta verso sud e quindi, avendo il vento al traverso, potemmo issare le vele. Il mare era sempre grosso ed il vento che proveniva dalla terra era molto teso con forti colpi che si vedevano arrivare sull'acqua. In vista del porto, in considerazione del fatto che l'ingresso si trova a sud, avremmo dovuto superare il porto stesso e poi con una virata di cento ottanta gradi raggiungere l'ingresso dalla parte "giusta" sperando comunque che le raffiche sottocosta provenissero ancora dalla stessa direzione. Quest'ultima ipotesi, secondo lo skipper, era comunque la meno probabile. Fare tutte quelle cose con l'utilizzo della sola vela era certamente possibile ma, considerata la stanchezza dell'equipaggio, le condizioni del mare e quelle non favorevoli del vento, ammainammo tutto e accendemmo il motore. Dopo due minuti di funzionamento... si spense! Venne immediatamente riacceso ma, dopo un paio di minuti, nuovamente si ammutolì. Rapidamente rialzammo il fiocco e valutammo la situazione. Potevamo fregarcene del motore solo a condizione di fare rotta ad est e ritornare verso l'Italia. Questa soluzione, per la stanchezza, venne scartata. Non potevamo quindi fare altro che richiedere assistenza via radio. In un francese così e così riuscii comunque a spiegare la situazione alla Capitaneria di porto di Solenzara. Molto gentilmente mi dissero che ci stavano tenendo d'occhio già da un pò (eravamo l'unica cosa galleggiante in mare) e che avrebbero mandato un grosso gommone in soccorso affinchè ci potesse trainare dentro. Risposi che a noi sarebbe stato sufficiente che restassero in porto pronti ad intervenire perchè avremmo comunque provato l'ingresso. Il motore funzionò sempre e solo per due minuti scarsi ai quali doveva seguire un uguale periodo di fermo dell'elica perchè neanche riuscivamo a farlo ripartire. Con l'esperienza dello skipper, con l'aiuto del vento e con un pò di fortuna riuscimmo ad entrare in rada e poi, affiancati dal gommone del porto, attraccammo da soli al molo assegnatoci. Il giorno seguente il meccanico risolse il problema in due minuti: il filtro della benzina era quasi completamento ostruito dalla sporcizia presente nel gasolio. Novanta euro.

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In attesa del meccanico...