Stranezze Bibliche

La Bibbia è un testo formato da molti libri differenti per origine e composizione, scritti in un lungo periodo di tempo da persone diverse. Non è un testo unitario, appare più un intricato riassunto di tradizione orale, di fonti storiche, di miti e leggende popolari, sia locali che prelevate da paesi vicini, di scritti dei vari profeti, di leggi e regole per l'igiene e la nutrizione, di poesie, canti e proverbi di ogni tipo, come fosse un grande riassunto di tutto il sapere contemporaneo di quella regione. Cominciò ad essere considerata "Legge di Dio" soltanto intorno all'ottavo secolo avanti Cristo e, ancora oggi, è il testo sacro della religione ebraica e di quella cristiana. Per i Cristiani, a differenza degli Ebrei, quel testo di compone di due parti consecutive ma distinte: il vecchio ed il nuovo testamento e cioè la “Tanach” ebrea scritta in un periodo compreso tra il 600 ed il 1200 A.C, alla quale sono stati aggiunti i più conosciuti Vangeli scritti molti, molti anni dopo la morte di Cristo.

I testi biblici “originali” erano riportati su lunghi rotoli di pelle, o di pergamena, per la maggior parte in ebraico antico ed alcune parti in aramaico. Ben lungi dall'essere leggibili a prima vista, questi rotoli apparivano al lettore come una sequenza interminabile di lettere, dalla prima all'ultima riga. Proviamo a fare un esempio semplice composto da 12 parole e cioè questa frase: “in parole povere era tutta scritta così, cioè una parola attaccata all’altra” e vediamo il risultato togliendo tutti gli spazi, le virgole ed i punti.

inparolepovereeratuttascrittacosì
cioèunaparolaattaccataallaltra

Scritto in questo modo sarebbe stato ancora abbastanza semplice dividere le parole e formare un testo compiuto ed inequivocabile ma, purtroppo, gli Ebrei del tempo non scrivevano le vocali e quindi la lunga stringa appena emessa, se fosse presente nella Bibbia, sarebbe apparsa così:

nprlpvrrtttscrttcscnprlttcctllltr

La comprensione comincia ad essere difficile anche perché, per avere una immagine reale del testo ebraico, si deve tener presente il fatto che le lettere consecutive non sono una trentina come quelle del mio esempio, ma circa due milioni e mezzo! Un vero rompicapo. In un testo cosi lungo si verificano, per pura e semplice legge statistica, migliaia di casi in cui certe lettere possono essere attribuite sia alla parola precedente che a quella seguente, dando comunque un senso compiuto alla frase. Una cosa è dire "ti amo tanto", ben altra è dire "tu mi tenti", anche se le consonanti, cioè la sequenza che appare agli occhi del lettore è la stessa in ambedue i casi e cioè: “tmtnt”. La traduzione non può quindi essere oggettiva ma molto soggettiva in quanto “scelta” troppo spesso dal traduttore.

Si dice che la prima versione della Bibbia risalga a circa 2500 anni fa per merito del profeta Ezra il quale, sulla via del ritorno da Babilonia, riportò completamente a memoria(!) il testo originale, ma questo lavoro andò distrutto nel rogo del Primo Tempio. La Bibbia fu messa nuovamente per scritto anche nel secondo secolo a.C. sempre sotto dettatura(!) di persone dotate di una memoria, a dir poco, fantastica. Comunque, nessun scritto di quei tempi è mai arrivato a noi. Il più antico testo completo della Bibbia ebraica, disponibile oggi, è il Codex Leningradensis, redatto nel 1008 dopo Cristo. Il fatto certo è che il nostro “Vecchio Testamento”, altro non è che il frutto finale di una serie di traduzioni della Tanach, cioè la Bibbia ebraica. Traduzioni fatte da uomini per gli uomini del tempo su ordine degli uomini che gestivano il potere temporale della Chiesa. Quante e quali differenze ci saranno tra il vero testo originale (totalmente sconosciuto) e quanto possiamo leggere oggi? Questo non si può sapere però, una cosa è certa: tra la Bibbia Ebraica e quella della nostra Chiesa esistono differenze difficilmente spiegabili. In un testo frutto di una serie di traduzioni da lingue diverse, potrei capire ed accettare differenze formali, ma resto molto perplesso di fronte a frasi e concetti chiaramente aggiunti o, peggio ancora, modificati o eliminati come se non fossero neanche esistiti, mentre sono ancora ben chiari e leggibili nell’originale ebraico che, come detto, si chiama “Tanach”.

Tra i moltissimi esempi che potrei citare voglio iniziare dai dieci comandamenti, scritti da Mosè sulle tavole della legge. Il secondo comandamento, stranamente diverso dal nostro “Non nominare il nome di Dio invano”, recita esattamente così: “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.” Quindi, se il secondo comandamento non fosse stato pesantemente modificato, le immagini “sacre” cristiane, dipinte o scolpite, sarebbero tutte “fuori legge”. Il secondo caso interessante è il terzo comandamento in quanto, rispetto al testo cattolico “Ricordati di santificare le feste”, sulle tavole di Mosè nella Bibbia Ebraica è scritto: “Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Durante sei giorni lavorerai e compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo bestiame né il forestiero che si trova nella tua città poiché in sei giorni il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che contengono, riposò nel settimo giorno e per questo il Signore ha benedetto il settimo giorno santificandolo”. A parte il fatto che Dio sembra accettare la condizione di schiavitù, gli Ebrei, rispettosi del testo sacro, santificano lo Shabbath, cioè il sabato che è una parola che deriva da “shavath”, che vuol dire cessare. Vorrei tanto sapere perché la nostra Chiesa ha modificato quel giorno in “Domenica” andando palesemente contro la parola di Dio.

Se confrontiamo il testo originale della Behreshit (l’inizio) con quello della nostra Genesi, restiamo di stucco. Il mondo non sarebbe stato creato affatto da Dio (singolare maschile), ma da alcuni Dei. Il termine Elohim infatti, che nella nostra Genesi è stato tradotto con "Dio", in ebraico è solo plurale, ed è sia maschile che femminile. Come disse anche Papa Lucani il quale, poco prima di morire, volle far sapere a tutti i costi che "Dio è uomo, ma anche donna". Nella Behreshit non fu l'uomo ad essere fatto "a sua immagine e somiglianza", ma è l'umanità che fu fatta “ricalcando i loro contorni” (“loro” sono gli Elohim, gli Dei, non Dio). Una cosa è il contenuto biblico cristiano che ci ha condannato a visualizzare l'uomo barbuto che ci perseguita e ci giudica da millenni col bastone alzato, ben altra cosa è invece pensare ad una stupenda produzione di un progetto perfetto, tanto puro quanto assoluto come si evince dalla lettura della Behreshit. Poco chiaro, se non incredibile, è anche il fatto che nella Genesi (da 1,20 a 2,22), senza motivo apparente, la stessa creazione viene raccontata non una, ma due volte, e in ordine capovolto una rispetto all'altra. Nella prima parte vengono creati prima gli animali poi l’uomo. Nella seconda, che appare a prima vista una semplice ripetizione, pochissimi paragrafi più sotto, viene invece creato prima l’Uomo poi gli animali. Inoltre, all'inizio, Uomo e Donna vengono creati insieme, poco più avanti l'Uomo precede la Donna, che viene creata dopo di lui.

Inoltre non riesco a capire perché Dio abbia dimostrato tanta ingratitudine nei confronti di Caino. Nella Genesi 4,1 si legge testualmente: “Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». 2 Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. 3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?” Ora, senza offesa per nessuno, a me, quella di Dio, non sembra una domanda intelligente bensì un voler rigirare il dito nella piaga. Caino ha certamente esagerato nell’uccidere il fratello, però, anche Dio, come essere perfetto, avrebbe potuto usare un po’ più di tatto e diplomazia. In verità, il povero Caino, lavoratore del suolo, cioè agricoltore o contadino che dir si voglia, gli aveva regalato tutto quello che possedeva. Si è comportato esattamente come il bell’Abele il quale, ma questo è frutto solo della mia distorta fantasia, probabilmente ha anche deriso il fratello o comunque, visto il suo rapporto privilegiato con Dio, non sembra averlo difeso come avrebbe dovuto fare. A me, Abele, mi sta un po’ sulle palle.

Comunque non capisco neanche perché il Testo Sacro dei Cristiani debba essere accettato solo parzialmente scartando, di volta in volta e nel corso dei secoli, affermazioni concetti e frasi ormai non più sostenibili. Anche nella descrizione dell’Universo la lista di “imprecisioni scientifiche” è preoccupante ma, più di qualsiasi altra, mi impressiona il fatto che il nostro mondo venga descritto come "immobile al centro dell'universo, ben piantato sul suo piedestallo", affermazione che ha provocato un bel contendere sin dal tempo di Galileo e che ha creato non pochi problemi nei burrascosi rapporti tra la Chiesa e la Scienza. Volendo obbedire letteralmente alla Bibbia, ad esempio, se per caso nostro fratello morisse dopo il matrimonio, e noi invece non fossimo sposati, ci toccherebbe sposare per forza la cognata rimasta vedova, e fare subito un figlio con lei. E se non lo facessimo, lei avrà il diritto di sputarci in faccia, davanti a tutta la famiglia riunita. Chissà perchè certi cristiani si ricordano di citare la Bibbia solo quando gli serve, ma poi si dimenticano completamente di osservare i mille obblighi imbecilli come questo. O si accetta tutta o non si accetta niente, non è onesto scegliere cosa va bene e cosa va male in un testo che la tua religione considera Sacro. Inoltre, se nel tempo, qualche concetto, frase o paragrafo non viene più considerato “esatto”, con quale certezza si continua ad affermare che “il restante” è parola di Dio?

Chi e perchè ha stabilito che alcuni Vangeli (Canonici) sono giusti ed altri (Apocrifi) no? Per esempio il verso 101 del vangelo di Tomaso e 17 del vangelo di Filippo trattano di una questione relativa allo Spirito Santo come Madre (Ruah = entità femminile in ebraico) e al concetto di Padre e Madre (con evidente riferimento al comandamento biblico "Onora tuo Padre e tua Madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà"). Ciò ha implicazioni profonde che svelano quanto sia stato reinterpretato il concetto trinitario dalla teologia neo-cristiana. Ovviamente, se leggiamo con attenzione il comandamento biblico, possiamo subito notare che il Padre e la Madre di cui si parla non sembrano essere i genitori carnali che ciascuno di noi ha. Non ha senso infatti l'idea che uno debba vivere a lungo solo qualora onori i genitori carnali. Diciamo invece che il Padre e la Madre a cui ci si riferisce nel significato originario del comandamento biblico sono figure che, attraverso una simbologia nuziale che è ripresa più volte in altri versi dei vangeli di Tomaso e di Filippo, rappresentano i principi creativi che hanno posto in essere il mondo e che hanno stabilito le sue leggi. In pratica il Padre e la Madre sono le prime due figure del concetto originario di trinità, avente una connotazione fortemente sessuale, ed essendo il Figlio la terza figura, cioè tutto ciò che dai principi creativi è stato generato e, in particolare, l'umanità. Il verso 101 del vangelo di Tomaso confuta l'interpretazione neo-cristiana del comandamento biblico, affermando in modo chiarissimo che la madre contingente ha dato al figlio solo una spoglia mortale, mentre il principio essenziale della vita proviene a lui dalla vera Madre che è, appunto, la figura trinitaria che il neo-cristianesimo sostituisce con l'immagine desessualizzata dello Spirito Santo, eliminando così, tra le figure del Padre e del Figlio, l'unica che possa inserirsi logicamente.

Già molto tempo prima del successo planetario di Dan Brown con il famoso “Il Codice Da Vinci”, quando mi trovavo a discutere di questi argomenti ho sempre sostenuto il fatto che la nostra Chiesa avesse volutamente manipolato troppe notizie tramandandoci informazioni false. Le vere basi del Cristianesimo sono state scritte, o riscritte, nel Medioevo, cioè nel più oscuro periodo della nostra civiltà quando il potere temporale della Chiesa era gestito da personaggi che con la religione avevano ben poco a che vedere. Gli ergastolani di adesso sono certamente persone migliori di quegli esseri che con il loro comportamento hanno vanificato per sempre la vita e la parola di Cristo.

Credere è una cosa seria e documentarsi sulle cose importanti dovrebbe essere un dovere!