Figlio, poi padre, ora nonno


Un bel cammino. Prima di diventarlo ero molto curioso di verificare quanto avevo ascoltato da coloro che già avevano vissuto questa esperienza. Frasi come “…gli vorrai più bene che alle tue figlie…” mi avevano portato a credere che l’evento sarebbe stato emotivamente superiore a quello della paternità.

In una fredda e piovosa alba marzolina, a poco più di quattro ore di distanza dalla nascita del terzo nipote so che, per quanto mi riguarda, sono state testimonianze esagerate o meglio, visioni della realtà da un punto di vista diverso dal mio. Quando tanti anni fa un paio di bimbette pronunciarono per la loro (e la mia) prima volta la parola “papà”, sentii chiaramente una emozione che non ho più provato né come intensità né come immensità. La mia vita cambiò radicalmente e quasi qualunque scelta o azione, da quel momento, è stata “in funzione di…”. Proprio per questo motivo, cioè l’amore incondizionato verso le figlie, non può che avere una grandissima influenza verso tutto ciò che loro stesse amano incondizionatamente.

Per me l’amore verso i figli delle figlie è forte, fortissimo ma, almeno i primissimi anni, è indotto. Nei rapporti con un nipote, le attenzioni, la prudenza e la disponibilità molto spesso superiori a quelle dei loro genitori, sono frutto di due fattori che un padre non può avere. Innanzitutto l’età non più giovane che ingigantisce la dolcezza nei rapporti con un bambino perché sai che la vita, oltre che breve, può essere molto dura e quindi cerchi di allungare al massimo i suoi momenti più belli. Il secondo fattore è che quando viene affidato un nipote la responsabilità è molto più elevata del contesto padre-figlia perché quella cosa lì non è mia e qualunque cosa le accada dovrò risponderne direttamente a mia figlia e cioè a colei che amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ecco perché anche la mia disponibilità altro non è che una logica conseguenza del rapporto che ho con le figlie. Quello che faccio ai nipoti è come se lo facessi alle mie figlie. Se un nipote starà bene con me la sua mamma sarà molto contenta, ed io anche di più.

Uno dei tanti aspetti positivi nel diventare nonno risiede nel fatto che tua figlia diventa madre e quindi, per la prima volta, sperimenta direttamente la profondità del rapporto genitore-figlio. Questo fatto comporta una automatica, unilaterale e profonda revisione (da parte delle figlie) dei passati rapporti con i propri genitori, facilitando la comprensione di molti atteggiamenti “ostili” che dai figli erano spesso ritenuti oppressivi, autoritari e arroganti. Tutte cose che adesso conoscono perfettamente e sanno che probabilmente ripeteranno tali e quali. Forse, per questo motivo, vedo ulteriormente migliorato il già ottimo rapporto che avevo con loro.

Comunque è innegabile l’importanza dei nonni (quando fanno, vogliono e possono fare veramente i nonni) non tanto dal punto di vista dell’educazione quanto dal più banale aspetto legato alle nuove necessità che nascono insieme ad un figlio. Le loro “possibilità di uso” sono differenziate e possono espletarsi in molteplici figure: dal baby-sitter al taxista, dall’istruttore a tutto campo al consigliere particolare, dal consolatore al pagliaccio. L’unica silenziosa richiesta ai nuovi “datori di lavoro” è una normale attenzione a non esagerare nel loro utilizzo perché si affaticano rapidamente e amano sempre di più la tranquillità derivante da una vita senza troppi impegni. Comunque non posso dimenticare che anche io, come figlio, ho cercato di “usare” al massimo possibile una così ghiotta opportunità oltretutto completamente gratuita.

In conclusione penso che noi nonni siamo una razza in pericolo di estinzione. Mio papà divenne nonno a 53 anni e mia mamma a 49. Io, la prima volta, lo sono diventato a 57 e le mie figlie, se tutto continuerà senza sorprese, probabilmente lo diventeranno ad una età ancora maggiore. Partorire il primo figlio a 25 anni è ormai un fatto da considerare una eccezione. Non ci si sposa prima dei 30 o 35 anni e spesso il primo parto avviene intorno ai 40 anni. Ecco che, appena passate due sole generazioni, si diventerà nonni ad una età molto vicina agli 80 anni e forse qualcosina in più.