I miei "perchè"

Perchè, da tempo, ho deciso di non andare più a votare

Un po' della mia ideologia politica, se così si può definire un modo di immaginare la società, credo di averla ben descritta nel breve documento dal titolo “Perchè, a volte, il termine “ingiustizia” è fuori luogo”. Per i motivi esposti è quindi molto difficile, almeno per me, pensare di arrivare a vivere in una società dove regni sovrana l'uguaglianza. Mi auguro solo che i nipoti dei miei nipoti riescano a vedere e a vivere in un mondo dove le attuali disuguaglianze saranno molto meno pronunciate ma, prima di quel tempo, a meno di eventi eccezionali che non possono certo essere influenzati dal nostro Governo, la situazione globale cambierà di pochissimo.

Forte di questa convinzione e altrettanto sicuro del fatto che un Governo rispecchia, in tutto e per tutto, i pregi ed i difetti del popolo che lo ha eletto, non riesco più a provare alcuna sorpresa per le continue e ripetute malefatte dei nostri politici. Rubare, truffare, prevaricare, mentire e tutto il peggio che può accadere nelle stanze dei bottoni, altro non sono che lo specchio della nostra società. Quello che accade nelle strade, negli stadi, nei Comuni, nelle Province ed anche nelle piccole assemblee condominiali, viene replicato, con le debite proporzioni e risonanze, nel Parlamento.

Non credo esistano, sia all'interno che all'esterno dell'arco costituzionale, uomini o partiti che possano, con i fatti e non con le parole, cambiare radicalmente la nostra società. Gli attuali politici non sono diversi dall'uomo della strada, non hanno qualità intellettuali o morali superiori alla media italica, non sono l'eccellenza alla quale affidare i destini di un popolo. Troppo spesso, nei fatti, sembrano proprio il contrario del “buon padre di famiglia” e, senza alcun ritegno né vergogna, continuano imperterriti i loro “balletti” emettendo, anche in un italiano che verrebbe rifiutato alle scuole elementari, frasi sensa senso e antiche bugie. Votare è un diritto ed un dovere ma, se coloro che ci governano dimostrano ogni giorno di fare il contrario di quello che dovrebbe essere il loro dovere, allora non posso non sentirmi autorizzato ad intendere il dovere come qualcosa di optional.

Sono arrivato a pensare che per poter cambiare realmente le enormi iniquità create dalle decisioni prese nei palazzi romani esista una sola strada: l'aumento delle tasse! Il mio folle e perverso ragionamento (del quale mi vergogno un po') è il seguente.

Fino a quando solo una piccola percentuale del popolo è in condizioni di sofferenza e la maggioranza riesce comunque, in un modo o in un altro, a sbarcare il lunario, non può accadere niente di diverso da quanto successo negli ultimi cinquanta anni. Mandrie di illusi continueranno ad andare a mettere una X su uno dei simboli colorati con la speranza che la politica riesca a pensare ed agire nell'interesse di tutti e, così facendo, la nostra storia non cambierà mai. Al contrario, se le tasse, i balzelli ed i continui furti perpetrati ai nostri danni porteranno la “sofferenza” economica ad una percentuale elevata di persone che ancora non hanno capito con chi hanno a che fare, probabilmente anche le mandrie di celebrolesi riusciranno ad ascolatare l'unico neurone ancora presente tra quella grigia inutilità contenuta tra i loro due orecchi. Quando l'incazzatura pesante non sarà solo di qualche centinaia di migliaia di persone ma interesserà un bel po' di milioni di uomini e donne, allora, solo allora, saremo in grado di mettere una X, non sulla carta, ma sulla testa dei veri responsabili della situazione drammatica nella quale ci hanno infilato.

Ecco perchè quando ci comunicano una nuova tassa, quando la benzina aumenta, quando viene scoperto un nuovo scandalo politico, io sono contento. Ogni atto politico contrario al buon senso impoverisce sempre più gente e, di conseguenza, aumenta il numero degli incazzati veri e, quando la loro percentuale raggiungerà il bordo del bicchiere... il popolo riuscirà finalmente a capire e potrà modificare la propria storia. Purtroppo non vedo altra soluzione.