Settanta

La vita è una strana lotteria cosmica. Già il fatto di essere nati è letteralmente incredibile in quanto frutto di una casualità grandiosa, una eventualità più unica che rara, un destino scritto chissà dove e da chi. Esclusivamente attraverso l'incontro di quello, e solo quello spermatozoo con quello, e solo quell'ovulo poteva consentire la nostra nascita. Qualunque altro spermatozoo di nostro padre o qualunque altro ovulo di nostra madre avrebbero dato origine ad un “non io”. Trovare l'ovulo giusto sembra già una missione impossibile, i numeri sono esagerati, e quindi è indispensabile un bel po' di fortuna. Dei due milioni di ovuli di cui una donna è dotata alla nascita, solo circa 450 riescono a raggiungere la piena maturazione nell'arco della vita quindi, statisticamente parlando, ogni essere umano aveva 1 sola probabilità su 2 milioni di beccare l'ovulo giusto. Il discorso cambia moltissimo (ma in peggio) se dovessimo rintracciare, per l'accoppiamento decisivo, anche il nostro spermatozoo. In ogni eiaculazione ci sono tra 50 e 500 milioni di “girini” quindi, l'incontro ovulo-spermatozoo, l'unico necessario a farci nascere, rasenta l'impossibilità. Ci sono molte più probabilità di vincere il primo premio di una lotteria nazionale che venire al mondo. Miliardi e miliardi di esseri umani neanche immaginano la quantità infinita di probabilità che ognuno di loro aveva di non nascere e, forse, moltissimi avrebbero preferito questa ipotesi. Ma tant'è. Ogni lotteria ha le sue regole e quelle dell'esistenza non possono certamente essere modificate.

La vita di ognuno di noi dipende da fattori casuali perché già nel DNA che riceviamo sono stati impressi indelebilmente tutti i “titoli” del nostro destino. Nel periodo uterino il futuro sviluppo è perfettamente programmato ma questo, purtroppo, non sempre produce un risultato finale assolutamente certo e “ben fatto”. Cause esterne, così come farmaci inopportuni o genetica imperfetta, possono originare una infinità di problemi fisici e mentali oltre al fatto che la stessa evoluzione può commettere errori. Da sempre, ed in tutti i campi, la natura prova costantemente a migliorare la razza, ma a volte fallisce. Questo può accadere, e accade, per qualsiasi forma vivente. Normalmente, dopo nove mesi, usciamo all'aria aperta e, se non subiamo danni in quel breve e difficile tragitto, diventiamo dei sani cittadini di questo mondo. Sani? L'apparenza spesso inganna. Dipende da cosa è scritto nel nostro DNA, perciò, se la Dea Bendata ci è stata favorevole, soffriremo di qualche raffreddore, tosse, influenze varie e proseguiremo tranquillamente la nostra esperienza, accompagnati dagli “acciacchi” che ci riserva il tempo che trascorre. In caso contrario il nostro percorso sarà più o meno breve. Alti o bassi, magri o grassi, belli o brutti... è tutto scritto e (almeno per ora) non modificabile.

Anche se fino adesso tutto è andato per il verso giusto, purtroppo, abbiamo ancora bisogno di fortuna, di molta fortuna. Valutiamo innanzitutto chi sono i nostri genitori, cosa fanno e dove vivono. Non è difficile rendersi conto che il luogo dove nasciamo e dove trascorreremo tutta o parte della nostra vita ha la sua bella importanza. Più si va a ritroso nel tempo, minore era l'umana coscienza di questo problema in quanto a nessuno era dato conoscere tutti i luoghi della nostra terra né come si viveva aldilà di quel mare o dietro quella catena montuosa. Le condizioni di vita nelle quali avremmo dovuto vivere apparivano quindi le uniche possibili ma poi, da qualche parte, il progresso è andato avanti e la tecnologia ha rapidamente generato un dramma globale: la consapevolezza della disuguaglianza la quale, si badi bene, in larga parte è stata creata (e attualmente mantenuta) dall'egoismo e dall'ipocrisia dei “potenti”. La conoscenza acquisita dall'informazione ha prodotto milioni e milioni di esseri umani che vorrebbero uscire dalla miseria, da culture retrograde, da soprusi indicibili e da una vita impossibile. E' chiaro che anche la sorte non è stata dalla loro parte...

Ipotizziamo adesso di essere ancora giovani, nati “sani” e in una delle zone ritenute più “fortunate” del nostro pianeta ma, nonostante ciò, dobbiamo ancora continuare a sperare nei nostri genitori e nella nostra buona stella. Non esiste ancora una luogo dove il 100% dei bambini riesce a fare un percorso scolastico completo e quindi, arrivati all'età adulta, molti esseri umani (a volte anche per loro stesso disinteresse) si trovano privati della cultura sufficiente ad affrontare il mondo di oggi. I media deviati, le false notizie e le bufale quotidiane trovano terreno fertile in quelle menti provocando credenze assurde e dannose per l'intera comunità. Le nozioni date dalla scuola non sono altro che il seme di una cultura iniziale che può maturare solo attraverso un continuo desiderio di crescita culturale e pertanto è essenziale leggere il più possibile. Ci vuole volontà ma il risultato giustifica ampiamente l'impegno che, con l'abitudine, può diventare anche molto piacevole oltre che appagante. La famiglia è essenziale anche per l'educazione, il livello di civiltà ed il rapporto con il prossimo. E' sbagliato credere che la scuola educhi, può solo modificare leggermente una educazione acquisita nel periodo prescolastico, ma niente di più. Anche in questo caso molto dipenderà quindi dalle circostanze, dalle coincidenze, dalle opportunità... cioè dalla fortuna.

Usciti sani e salvi dal periodo scolastico ci troviamo di fronte l'incognita del lavoro e la famiglia torna ad avere un peso decisivo. I molti “figli di”, indipendentemente dalla loro intelligenza e dalla loro preparazione, non hanno alcuna difficoltà ad inserirsi nel mondo delle professioni... il problema è di tutti gli altri. Negli ultimi anni sono avvenuti grandi cambiamenti, alcuni positivi altri negativi, e la ricerca del lavoro, purtroppo, non è più così semplice come anni fa. A qualcuno va bene ad altri meno e altri ancora maturano l'idea di andarsene altrove, in luoghi dove ritengono sia più facile impostare la loro vita futura. Chi ha la mia età non credo comprenda tutte le sfaccettature di questa condizione. Oggi è quasi impensabile riuscire a fare, con più o meno successo e con uno guadagno più o meno accettabile, quello per il quale abbiamo studiato e che ci piace. La pensione poi... Comunque ci risiamo: circostanze, coincidenze e opportunità che a volte passano e a volte no, alcuni riescono a prenderle al volo e altri non ci riescono, non le vedono o non le vogliono vedere.

In un modo o in un altro, arrivati ad un certo punto del nostro cammino, in molti nasce un nuovo desiderio. La Natura produce una grande quantità di “strutture” viventi sia vegetali che animali e, tra queste ultime, l'essere umano è certamente la punta di diamante. Indipendentemente dal tipo di esistenza assegnato alla “struttura”, la Natura, come senso della vita, richiede una sola cosa, impartisce un preciso ordine: dovete continuare la specie. D'altronde sarebbe impensabile, oltre che assurdo, produrre un qualcosa fine a se stesso, non replicabile. Sulla Terra tutte le forme viventi obbediscono a questo comando, tutte con la sola esclusione dell'essere umano il quale, anche se le condizioni lo permetterebbero, ha sempre una possibilità di scelta in quanto, riprodursi o meno, fa parte di un percorso personale che non dovrebbe essere oggetto di giudizio da parte di alcuno.

La nascita di una nuova famiglia comunque assortita, intendendo con questo la necessaria e preventiva scelta del partner “per tutta la vita”, è qualcosa di diabolicamente effimero ed incerto e ben paragonabile ad una ulteriore roulette in quanto è, né più né meno, una scommessa al buio. Come si può essere certi che quella persona, scelta tra le nostre conoscenze di quel tempo, sia migliore di quelle che conosceremo nei prossimi anni? A parte questo “piccolissimo” dubbio, una vita in comune è totalmente diversa da frequentazioni e condivisioni più o meno durevoli vissute in giovane età. Il cambio del partner (come consuetudine attuale), in assenza di prole, non genera gravi problemi e comunque, non interesseranno mai troppo pesantemente persone al di fuori della coppia in dissolvimento. Diverso, molto diverso, è lo scioglimento di una famiglia con figli. Si può pensare in mille modi, si possono dare mille motivazioni, si possono avere mille ragioni ma questa frattura, volenti o nolenti, nella maggior parte dei casi avrà ripercussioni sui figli i quali, senza avere alcuna colpa, saranno privati di quel nocciolo intorno al quale avrebbero dovuto costruire tutti i componenti della loro vita. Sicuramente, se non interverrà un processo inverso all'attuale facilità con la quale si azzerano percorsi comuni, i figli senza una vera famiglia alle spalle diverranno la maggioranza e quindi saranno la normalità per cui, anche in questo caso, la sorte (ancora lei) peserà tantissimo.

E' comunque indiscutibile che i figli rappresentano un impegno maledettamente serio in quanto stravolgono, molto più della vita di coppia, le priorità personali presenti fino a quel momento. L'io che occupava stabilmente la prima posizione viene scalzato in un attimo da uno o più cuccioli d'uomo i quali, per affrontare serenamente la vita a loro riservata, esigono attenzioni fino ad allora sconosciute. Durante il loro lungo e delicato sviluppo, i figli hanno estremo bisogno di amore, rispetto e un altro paio di cose: tempo da dedicargli e concreti esempi di comportamento. Il contadino sa perfettamente che la semina, da sola, non sarà sufficiente a produrre un buon frutto. Forse qualcosa nascerà comunque e si svilupperà indipendentemente dalle attenzioni di coloro che hanno seminato, ma certo il risultato finale non sarà mai paragonabile ad un frutto della stessa specie che abbia avuto la fortuna di essere amorevolmente curato. Inoltre, il rapporto tra un contadino ed il suo raccolto è di breve durata a differenza dell'eternità presente nel legame tra genitori e figli.

Infine, quando la Dea bendata decide di prendere a braccetto anche i nostri figli, ci sono buone possibilità di iniziare una nuova meravigliosa “professione”. Diventare nonni è l'ultima esperienza che viene concessa a gruppi di privilegiati. Purtroppo (ma per qualcuno fortunatamente) sono ancora le circostanze, le coincidenze e le opportunità, le variabili che stabiliscono i percorsi di ciascuno di noi. Coloro che sono giunti a questo punto della loro esistenza, ogni sera prima di addormentarsi, dovrebbero considerare il fatto che, senza averne alcun diritto, hanno avuto molto più della maggioranza dei propri simili.

A parte alcune eccezioni, aveva ragione mio papà Angelino quando sosteneva che nella vita non basta l'impegno e la fortuna.... ci vuole culo!