Il frutto dell'albero


La metamorfosi

1946-1947-1949-1953
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1958-1961-1965-1969
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1974-1980-1987-1993
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1998-2001-2005-2008
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2011-2013-2015-2017
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2018-2020-2021-2022
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Prima di parlare del "frutto" è bene cercare di sapere il più possibile anche sui "rami" di questo "albero".

Foto Dopo la morte di mio papà ho cominciato a desiderare di avere un quadro genealogico il più dettagliato possibile. La parte scritta l'avevo già all'apertura del sito ma poi ho sentito la necessità di graficizzare il tutto e cercare di recuperare il maggior numero possibile di immagini. Non è stato facilissimo ma adesso è possibile vedere con molte foto linkate, tutti i rami del mio albero che comprende ben 6 generazioni, ovvero dalla fine del 1800 alla nascita dei miei nipoti.

Le storie

Attraverso l'aiuto dei parenti superstiti sono riuscito a sapere tutti i nomi dei bisnonni e di tre di loro ho anche una fotografia. Alfredo Barsanti (papà di nonna Gina) non deve avere avuto una vita tranquilla. Questo lo si evince leggendo quelle venti o trenta paginette che ha scritto su una agendina regalatagli da chissà chi il 19 gennaio 1898. L'ho trovata per caso cercando altre cose in fondo ad un cassetto in casa dei miei. Lavorava, non in maniera continuativa, come portiere di non so cosa. Ha girovagato per l'Italia, prima a Verona, poi a Napoli ed infine è ritornato a Lucca andando ad abitare in Piazza San Francesco al n° 4. Sul ramo materno so anche che l'altro mio bisnonno, Danio Spinelli (papà di nonno Giovanni), era nato a Bologna e faceva il ferroviere. Sposò in prime nozze Gelsomina Squaglia e quando rimase vedovo sposò la cognata Palmerina. Se solo potessi avere i miei genitori ed i nonni ancora qui per parlarci... quante domande non fatte! Questo è un mio grande rimpianto ma, purtroppo, certe curiosità vengono in mente troppo tardi...

(i miei bisnonni)
Danio Spinelli e Gelsomina - Alfredo Barsanti e Adelaide
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Angelino Puccinelli e Amabilia - Emilio Stefani e Orsola
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Ho avuto la fortuna di conoscere ben tre dei miei quattro nonni. I genitori di mia mamma, Giovanni Spinelli (1892-1978) e Gina Barsanti (1888-1968), sposati nella chiesa di San Leonardo il 25 gennaio 1919. La mamma di mio papà Bianca Stefani (1900-1965) la quale, dopo la morte di tubercolosi a soli 43 anni di mio nonno Fortunato Puccinelli(1895-1938), si risposò, in seconde nozze, con Rodolfo Mecchi. Fortunato Puccinelli (detto Natino) era originario di Viareggio, faceva il sarto ed aveva perso la gamba destra restando schiacciato da un tram quando era ancora un ragazzino. Il fratello Oreste Puccinelli ha fatto sempre il marinaio e sposò Bruna Lazzari dalla quale ebbe due figli: Valmore e Amabilia.

Di Rodolfo Mecchi, il nonno acquistato, ricordo bene che faceva la "maschera" al cinema Pantera in Via Fillungo e questo fatto mi consentì di accedere gratuitamente nella platea ogni qualvolta proiettavano film di mio gradimento. Purtroppo era già molto anziano e andò in pensione troppo presto per permettermi di continuare ad entrare senza pagare quei soldi che non avevo. Rodolfo era il papà di Placido (famoso fotografo ancora oggi in attività) che ho sempre considerato mio zio e con Bianca fece due femmine: Annalisa e Gina.

Foto Bianca Stefani (nella foto con papà), mamma di Angelino, Benito ed Emilio, era originaria di "piazza" (la zona malfamata dell'Anfiteatro) ed è per questo che molti miei parenti sono i classici ambulanti del quartiere. Inavvicinabili, ignoranti, maleducati, sempre incazzati con il mondo ma di una umanità oggi scomparsa. I nonni paterni hanno abitato in Cittadella e nonna Bianca, dopo il matrimonio con Rodolfo, si trasferì in via del Crocifisso (traversa di via San Paolino) dove rimase fino alla sua morte avvenuta a soli 65 anni, nel 1965, per un tumore allo stomaco. Aveva due sorelle ed un fratello. Paola, Renata e Michele. La prima restò zitella, la seconda, secondo il ricordo di mio papà, era quasi una ninfomane e Michele sposò Fedora dalla quale nacquero Otello, Morena e Moreno il quale, quando lo incontravo, continuava a salutarmi chiedendomi sempre "Come stà tu pà?". Le parentele derivanti dal ramo paterno riguardano i figli dei fratelli minori di mio papà: Benito e Emilio. Emilio, il più piccolo dei tre, con grande scandalo per quei tempi, sposò una divorziata, Anna Ambrosini, dalla quale ebbe due figli: Claudio e Roberta ambedue sposati ma, purtroppo, non so altro. Benito sposò Giulietta dalla quale ha avuto due figli: Riccardo e Patrizia i quali si sono sposati ma, non essendoci frequentati, non sono in grado di raccontare molto. Patrizia non ha figli mentre Riccardo, dalla prima moglie Ida Catelli, ha avuto due figli: Cecilia e Marco. Cecilia si è sposata con Enrico Isola ed ha una figlia di nome Giulia che è stata all'asilo con mia nipote Sara. Marco dovrebbe essere in Tailandia e mi hanno detto che abbia avuto un figlio da una donna del luogo.

(i miei nonni)
Giovanni Spinelli e Gina Barsanti
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Fortunato Puccinelli e Bianca Stefani
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Di Gina Barsanti, mamma di Erina e Tina, so solo che ha lavorato una vita come sigaraia alla Manifattura Tabacchi (faceva i sigari Toscani a mano) ed è stata una grande sindacalista. Insieme a nonno Giovanni è lei che mi ha allevato quando i miei lavoravano. L'origine "tabaccaia" faceva si che ogni mezzora estraesse dalla borsetta una scatolina piena di tabacco, ne asportava una presa con indice e pollice, e aspirava avidamente con il naso. Prima un buco poi l'altro. (Esistevano già le "piste"). Bassina e cicciottella, in età avanzata, fu colpita da Alzheimer ed io, grandissimo stronzo quindicenne, mi divertivo a prenderla in giro per l'assenza totale di memoria. Passava giornate davanti al televisore (inventato da poco) a salutare tutte le presentatrici che dicevano "Buonasera" e dopo che lei aveva educatamente risposto "anche a Lei" pretendeva che i presenti ricambiassero il saluto di quella gentile signorina. Da via San Nicolao n° 3, insieme al marito Giovanni, si trasferì in Via delle Conce al numero 15 dove poco prima del suo ottantesimo compleanno, nel 1968, morì improvvisamente mentre una sera stava andando a letto.

Foto Giovanni Spinelli (nella foto insieme a mamma), nato e cresciuto nel Bastardo, era un nonno dolcissimo anche se poi ho capito che in gioventù era stato un classico padre padrone che, in famiglia, ne deve aver combinate di tutti i colori. Faceva il "battilama" ovvero il carroziere, era socialista convinto e antifascista scomodo. Non avendo mai voluto prendere la tessera del partito di Mussolini, si ritrovò per molti anni senza alcun lavoro ufficiale. Fumava e traspirava il sigaro Toscano e, come se questo non bastasse, beveva alcolici come una spugna. Questo stile di vita lo portò a contrarre una malattia mortale con ricovero a Pisa: il "Delirium Tremens". Dato per spacciato, dopo un paio di mesi tornò a casa più vivo di prima e, seppur in minori quantità, ricominciò subito a fumare il Toscano. Da vedovo fu preso in casa da Tina (sorella di Erina) dove cessò di vivere nel 1974. Forse anche in ricordo del figlio Enzo scomparso prematuramente, nel suo portafoglio fu trovata una sola fotografia. La mia!

Giovanni Spinelli aveva una sorella e un fratello. Ermelinda e Angelo. Da quest'ultimo nacquero Anna, Aldo (onorevole socialista sposato con Tarsilla al quale devo il mio ingresso all'IACP) e Danio che ricordò morì in giovane età quando io avevo una decina di anni. Gina Barsanti aveva due sorelle ed un fratello. Assuntina, Ines e Arturo. Assuntina sposò Ugo Pisano, cagliaritano, non ebbero figli e lei morì vedova nella clinica di Santa Zita dove qualcuno gli fregò tutto l'oro che aveva, e ne aveva tanto. Ines era zitella e mi voleva un bene enorme. Abitava da sola in Via del Giardino Botanico e nel 1969 non ricordo come, ma passò a miglior vita. Arturo, che negli anni 50, ricordo mi insegnava ad andare sulla sua bicicletta bordeaux sulle mura, sposò Natalia Kienerk (quella che alla fila con la tessera del pane nel '41 diceva "povera Italia" e i fascisti la volevano arrestare, quella che mi faceva le patate fritte negli anni '50, quella che affrontò il soldato tedesco parlandogli in tedesco e minacciandolo di denuncia al suo superiore per furto di una radio). Ebbero due figli: Franco ed Anna. Franco si sposò e si lasciò molto rapidamente. E' stato un uomo molto sfortunato. Anna sposò Luciano Barsali il quale, da Pisa dove lavorava, fu quasi subito trasferito alla fabbrica di vetri Saint Gobain di Caserta. Ha avuto due figlie: Barbara e Rossella ambedue sposate ma non so con chi.

Mia mamma Erina aveva una sorella maggiore: Tina. La mia zia sposò Alberto Viti e nacquero Franca e Franco. Franco ha sposato Gloria Micheli, ed hanno un figlio di nome Filippo che è in tutto e per tutto uguale a suo padre. Franca ha sposato Marco Del Greco e sono nati: Stefano e Alessandro.

Erina e Angelino
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Mamma (18/3/1924 - 22/3/2002) e papà (3/1/1920 - 11/4/2010) si sono sposati il 5 aprile del 1945 andando ad abitare in Piazza San Francesco all'ultimo piano del n° 4 insieme ai miei nonni Gina e Giovanni. Il 31 marzo dell'anno seguente sono nato io (foto da 0 ad 1 anno). Causa incomprensioni da coabitazione, dopo pochi anni i miei nonni si trasferirono in via San Nicolao al n° 3 ed io ed i miei genitori ci spostammo, sempre nella stessa Piazza, all'ultimo piano del numero 28. Nel 1959, i miei riuscirono a comprarsi la casa in Via dei Borghi ancora al numero 28. Erina ha sempre lavorato nell'amministrazione dell'ingrosso tessuti Amedeo Francesconi in Piazza Guidiccioni il cui fratello aveva un negozio di stoffe al dettaglio in Via Fillungo, mentre Angelo è stato dipendente dell'Enpas. Mamma, negli ultimi anni di attività, lavorava part-time e cioè solo il pomeriggio dalle 15 alle 19,30 mentre Angelo, come dipendente statale, ha sempre fatto il classico orario 8-14.



Alcune foto della loro lunga storia