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Alfa Romeo Giulietta 2000 Ti

Ogni tanto andavo in giro per concessionari a vedere le nuove auto. Era un giorno di marzo del 1984 ed entrai nel salone dell'Alfa Romeo a Guamo. Mentre passavo un pò di tempo a parlare con un venditore, entrò quell'Alfa nera metallizzata. Scese un anziano signore che si diresse subito verso di noi. Senza curarsi di me aggredì verbalmente il venditore accusandolo di avergli venduto un'auto troppo "nervosa" (disse proprio così). Dopo cinque minuti la stavo provando sulla via per Pisa e, oltre a notare il contachilometri che segnava una percorrenza di soli 6300Km, sentivo ancora il profumo di nuovo. L'auto, una Alfa Romeo Giulietta Ti, era stata prodotta in un numero limitato di esemplari. Aveva caratteristiche veramente al top. Un 2000cc aspirato con 132 cavalli, ponte posteriore De Dion, differenziale autobloccante al 25% ed un motore che, abbinato ad un cambio con rapporti più corti del normale, era veramente "nervoso". Visto poi che lo spazio interno era ben superiore a quello della 131, in cinque minuti conclusi l'affare con il proprietario rilevando una soddisfazione reciproca.

Le Alfa Romeo sono macchine performanti ma non avevano certo l'affidabilità delle mie precedenti. Questa, senza darmi grossi problemi motoristici o di carrozzeria, aveva però un difetto che per anni, la stessa Alfa Romeo, non riuscì a risolvere. In parole povere, ogni tre/quattromila chilometri, le pinze dei freni posteriori si "allentavano" riducendo pericolosamente la potenza frenante del retrotreno. La sostituzione, seppur molto costosa, sarebbe stata inutile perchè si trattava di un errore di progetto delle pinze e quindi, ogni tanto, andavo in officina per far regolareil meccanismo e, ogni volta, dovevo pagare 10.000 Lire.

Ricordo uno strano incidente legato a questo problema

Durante la settimana bianca in Val Badia del 1988, visto che un giorno nevicava molto forte, decidemmo di andare con gli amici a fare un bagno nella piscina Comunale riscaldata e con le vetrate sulla valle. Tutto bellissimo ma quando si ripartì per tornare in albergo si doveva fare una strada stretta, molto in discesa e molto ghiacciata. Ero il secondo di una lunga fila di auto (tutte con le catene) e sapendo che in fondo alla strada c'era uno stop, lasciai molto spazio tra me e la Golf del mio amico che era davanti. Quando lui si fermò io sarò stato ad almeno cinquanta metri e andavo a non più di 10Km/h. Ancora oggi ho difficoltà a crederlo ma l'ho tamponato! Come toccai i freni la macchina sembrò accellerare. Provai anche con il freno a mano. Niente da fare. Ricordo che, prima del piccolo urto, Caterina ed io discutemmo "a lungo" sul da farsi. Se il freno a mano non avesse avuto proprio in quel momento lì, il problema dell'allentamento, mi sarei fermato venti metri prima.

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